Pillole di Revée
Rinascere dopo una lesione midollare: la storia di Michel Roccati
Una lesione midollare completa è considerata uno degli eventi più devastanti per la salute umana, con conseguenze drammatiche sul sistema motorio e sensoriale. Tuttavia, il caso di Michel Roccati, trentenne torinese, offre una prospettiva di speranza, grazie ai progressi della medicina rigenerativa e della neurostimolazione. Paralizzato dalla vita in giù dopo un incidente motociclistico, Michel è riuscito a riprendere a camminare, diventando simbolo di resilienza e innovazione scientifica.
Nel 2017, infatti la vita di Michel Roccati, classe 1991, è cambiata per sempre. «Ho perso il controllo del mezzo e mi sono schiantato contro una panchina in piena curva» ricorda Michel. L’impatto gli ha causato gravi lesioni alla schiena, spezzando le vertebre e recidendo il midollo spinale. «Quando mi hanno portato in ospedale, la diagnosi è stata chiara: lesione midollare completa. Mi hanno detto che non mi sarei mai più alzato in piedi.»
La notizia è stata devastante. Michel aveva solo 26 anni. Era nel pieno dei suoi studi universitari e conduceva una vita attiva. Praticava sport come motocross, boxe thailandese e arrampicata. «È stato uno shock all’inizio; era talmente assurdo che ho deciso di non crederci completamente. Sapevo fin da subito che non era il mio destino restare seduto in carrozzina per sempre.»
Michel non si è arreso. «Ho cambiato mentalità e ho iniziato a studiare tutto ciò che potevo sul midollo spinale.» Con l’aiuto di suo fratello, ha cominciato a informarsi e ad allenarsi per mantenere il corpo in forma. «Ho continuato ad allenarmi anche per isolarmi dal clima di negatività che si era creato in ospedale. Ho usato tutto il tempo per fare fisioterapia, studiare il cervello e il midollo spinale, e terminare i miei studi.»
Il suo impegno è stato incrollabile. «Nei primi sei mesi ci sono state delle complicanze, ma a livello mentale sono rimasto sempre positivo».
La scoperta del progetto in Svizzera
Michel ha partecipato a numerosi convegni di esperti del settore, dove si parlava soprattutto di cervello e midollo spinale. Durante uno di questi incontri, è venuto a conoscenza di un progetto in Svizzera, a Losanna: «Il progetto consisteva nell’impiantare tra le vertebre una serie di elettrodi sotto la lesione midollare, creando una sorta di ponte per rimandare i segnali elettrici sotto la lesione. Io e mio fratello ci siamo guardati e abbiamo capito che era l’idea giusta per noi. Era un’idea grandiosa.» racconta Michel. «Mi sono candidato per la sperimentazione, ma inizialmente mi hanno rifiutato. La mia lesione era troppo grave: non erano pronti per pazienti come me.»
Anche di fronte al rifiuto, Michel non si è scoraggiato. Ha a continuato il suo percorso di preparazione, cercando di non dimenticare come si cammina. «Indossavo una sorta di esoscheletro su un tapis roulant che mi muoveva passivamente. Ho fatto installare specchi intorno a me per osservare ogni gruppo muscolare in movimento. Alla fine di ogni sessione ero sfinito, ma ce l’ho fatta.»
Le sperimentazioni sulla lesione midollare
Due anni dopo, è arrivata la tanto attesa notizia: «Mi hanno detto che ora erano pronti anche per me. Non me lo sono fatto ripetere due volte, e mi sono precipitato in Svizzera.»
Roccati è stato uno dei primi pazienti a beneficiare di una sperimentazione avanzata condotta presso il Politecnico Federale di Losanna (EPFL), in Svizzera. Il protocollo prevedeva l’impianto di elettrodi sotto la lesione midollare per riattivare le connessioni muscolari tramite impulsi elettrici. «Dopo l’incidente, non ho mai smesso di credere che qualcosa fosse possibile», racconta Michel.
L’accesso al programma non è stato immediato. A causa della gravità della lesione, gli era stato inizialmente negato, ma Michel non si è arreso. Ha adottato tecniche di allenamento ispirate a quelle utilizzate dagli astronauti per preservare il tono muscolare, ottenendo progressi significativi.
L’operazione è avvenuta nell’agosto 2020, in piena pandemia da Covid-19. «È stata un’esperienza surreale. Ero circondato da ingegneri e fisioterapisti in un laboratorio futuristico, con telecamere ovunque per monitorare ogni mio movimento. Ma la cosa più incredibile è stata quando, dopo giorni di stimolazioni e allenamenti, mi sono alzato in piedi per la prima volta. Tutti gli ingegneri hanno applaudito. Mi sono sentito rinato.»
Da quel momento, la sua vita è cambiata radicalmente. «Ogni giorno miglioravo, ogni giorno scoprivamo nuovi muscoli da attivare.»
Grazie alla stimolazione elettrica combinata con sessioni intense di fisioterapia, Michel ha riacquisito gradualmente il controllo su determinati gruppi muscolari.
«Il mio fisico sta reagendo molto bene alla stimolazione. Oltre a recuperare il tono muscolare e osseo, si sta creando anche una rigenerazione del midollo. Prima avevo una lesione completa, ma ora è diventata incompleta. Sono riuscito a riattivare alcuni gruppi muscolari autonomamente, cosa che prima era impossibile, e anche la sensibilità è migliorata.»
I successi attuali e il futuro
Ora, Michel ha raggiunto traguardi impensabili fino a poco tempo fa. «Ho iniziato a fare canoa, e in meno di un anno sono diventato campione italiano. È stato incredibile vedere come tutto il mio impegno e la mia perseveranza mi abbiano portato così lontano.»
Alla domanda su cosa direbbe a chi sta affrontando la sua stessa sfida, Michel risponde: «Mi ha aiutato mantenere la costanza negli allenamenti e credere fermamente in ciò che volevo. La vicinanza dei miei familiari e amici è stata fondamentale: mi hanno sempre supportato al cento per cento. La somma di tante cose ha portato a questo risultato finale.»
E a chi sta affrontando un percorso simile, Michel aggiunge: «Ora il futuro è arrivato. Fino a pochi anni fa era impensabile, ma oggi è possibile rialzarsi in piedi e camminare. Siamo in una fase in cui ci sono molte possibilità. È importante riprendere la vita in mano e rimettersi in gioco, mantenere l’umore alto e restare positivi. Serve pazienza, perché tutto è ancora sperimentale, ma si stanno facendo progressi.
Ogni giorno si scoprono cose nuove. La ricerca sta avanzando, con il supporto di iniziative come Wings for Life World Run. Una maratona benefica il cui ricavato va tutto alla ricerca, e altre aziende che credono fortemente in questo settore. Bisogna mantenere la miglior condizione possibile, sia mentale che fisica.» conclude Michel.