Pillole di Revée
Pelle, cicatrici e tumori cutanei
La pelle è l’organo più esteso del corpo umano. Svolge un ruolo cruciale nella protezione dai danni esterni e nella prevenzione di patologie gravi come i tumori cutanei. Nel 2024, Revée News ha dedicato ampio spazio alla sua importanza. Dalla prevenzione alla diagnosi e cure innovative, sono state raccontate storie che vanno oltre l’apparenza e toccano la vita.
Tumori cutanei non melanocitari: i segni che non vanno ignorati
C’è qualcosa di disarmante nei tumori cutanei non melanocitari. Si nascondono infatti sotto le sembianze di piccole anomalie, come noduli, macchie rosacee, ulcere o croste. Eppure, queste imperfezioni possono celare una realtà ben più seria. I tumori cutanei non melanocitari rappresentano una delle sfide più significative in ambito dermatologico. Ogni anno, in Italia, si registrano circa 64.000 nuovi casi di carcinoma basocellulare. 19.000 i casi di carcinoma spinocellulare, con un’incidenza in aumento.
Il dottor Silvio Abatangelo, specialista in dermatochirurgia oncologica, in chirurgia plastica, Dirigente Medico presso l’Unità Operativa di Chirurgia Plastica Ricostruttiva presso l’ASST Nord Milanese, Ospedale Città di Sesto San Giovanni, sottolinea l’importanza di non sottovalutare queste patologie: «Possono apparire come un nodulo, una macchina rosacea, un’ulcera o una crosta». Non solo, ma anche come «gettoni di pseudo granulazione friabili. L’aspetto clinico variegato di queste lesioni rende spesso difficile una diagnosi immediata, soprattutto nei casi in cui i sintomi siano aspecifici». Abatangelo aggiunge che la dermatochirurgia oncologica, se eseguita correttamente, porta a una guarigione nel 97% dei casi.
Tra i principali fattori di rischio spicca l’esposizione cronica ai raggi solari. Questi, insieme a una predisposizione genetica e a condizioni come l’immunosoppressione, aumenta notevolmente il rischio. «Un italiano su tre svilupperà un carcinoma basocellulare nella sua vita», avverte il dottor Abatangelo. Le sue parole sono un campanello d’allarme che non si può ignorare, sottolineando l’urgenza di campagne di sensibilizzazione e prevenzione.
Melanoma: la sfida della diagnosi precoce
Il melanoma è tra i tumori cutanei più gravi, con 14.900 nuovi casi diagnosticati solo nel 2020. La professoressa Emilia Migliano, responsabile del reparto di chirurgia plastica dell’Ospedale San Gallicano di Roma, evidenzia la diffusione preoccupante di questa patologia: «Nella popolazione italiana, è il secondo tumore più frequente nei machi sotto i cinquant’anni e il terzo più frequente nelle donne della stessa fascia d’età».
La diagnosi precoce gioca un ruolo cruciale, specialmente per individuare il linfonodo sentinella e personalizzare le terapie. «Considerate che se lo spessore è superiore a quattro millimetri, abbiamo una possibilità del 60% di trovare linfonodi positivi», spiega Migliano. Negli ultimi anni, i progressi nella target therapy e nell’immunoterapia hanno rivoluzionato il trattamento, come sottolinea la professoressa: «Abbiamo fatto studi più accurati sull’istologia, cercando le mutazioni genetiche».
La prevenzione: un’arma contro i tumori cutanei
La prevenzione è essenziale per ridurre l’incidenza dei tumori cutanei. Il dottor Franco Castelli, direttore dell’unità di dermatologia e venereologia dell’Ospedale Koelliker di Torino sottolinea l’importanza dell’autoscreening: «L’autoscreening è fondamentale perché nessuno meglio di noi stessi conosce il nostro corpo. Chiaramente occorre l’aiuto di un dermatologo per le visite periodiche. Noi consigliamo delle visite più o meno una volta l’anno, sempre che noi ci siano fattori di rischio evidenti». Introduce inoltre la regola “ABCDE”. Un metodo per identificare i nei sospetti, basata su criteri come asimmetria, bordi irregolari, policromia e crescita rapida.
Castelli enfatizza anche l’importanza di proteggere la pelle dai raggi UV fin dall’infanzia.
«La cosa importante da fare è evitare le scottature solari perché quelle contratte da adolescenti sono assolutamente un fattore di rischio. Per cui consigliamo ai genitori di proteggere i propri bambini perlomeno fino ai 20-25 anni. La protezione serve anche dopo, ma per evitare che le cellule del sistema immunitario ci facciano pagare in età adulta un conto salato, bisogna proteggere i bambini».
Chirurgia plastica ricostruttiva: oltre la malattia
Quando la malattia colpisce, la chirurgia plastica ricostruttiva diventa un’alleata preziosa. La chirurgia plastica ricostruttiva offre un sostegno fondamentale ai pazienti affetti da tumori cutanei. Il dottor Andrea Lisa, specialista in chirurgia plastica, descrive l’evoluzione del settore: «Ogni paziente è unico e richiede un approccio personalizzato».
La sua esperienza dimostra che non si tratta solo di rimuovere il tumore. È anche restituire dignità e qualità di vita. I massaggi post-operatori per ridurre l’infiammazione e migliorare le cicatrici fanno pare di un percorso di guarigione che non si ferma al fisico. Lisa sottolinea l’importanza di una gestione post-operatoria attenta. Atta a ridurre l’infiammazione e migliorare le cicatrici. «L’attenzione post-operatoria è parte fondamentale del trattamento dopo un tumore alla pelle», evidenzia il dottore.
Guarigione e ricerca nello spazio: il progetto “Suture in Space“
Cosa succede se spostiamo lo sguardo dal microscopio al cielo? Il progetto “Suture in Space“ ha esplorato come la microgravità influisce sulla guarigione delle ferite.
Monica Monici, coordinatrice dello studio, spiega: «Gli esiti dell’esperimento, in prima battuta, hanno confermato quello che altre ricerche, svolte preliminarmente, avevano già suggerito: il processo di guarigione delle ferite nello spazio è ritardato e alterato rispetto alla Terra». Monici aggiunge: «Uno degli obiettivi principali del progetto era quello di ottenere informazioni sulla fase di rimodellamento dei tessuti durante il progetto di guarigione delle ferite. I risultati ottenuti dimostrano che nello Spazio ci sono importanti cambiamenti nei rapporti quantitativi tra le varie componenti della matrice extracellulare, che si riflettono anche sulle proprietà meccaniche».
Questo studio apre nuove prospettive per comprendere meglio il processo di rigenerazione tissutale, anche in condizioni estreme. Si contribuisce così a sviluppare trattamenti innovativi per il futuro.
La cura della pelle, quindi, si consolida come un campo multidisciplinare e in continua evoluzione. Diagnosi precoce, innovazioni terapeutiche e attenzione al benessere complessivo del paziente sono elementi chiave per affrontare con successo le patologie cutanee. Come afferma Lisa: «La personalizzazione delle cure è la chiave per un approccio che mette il paziente al centro, garantendo non solo la salute, ma anche una migliore qualità della vita».