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Chirurgia post-bariatrica, diastasi e mommy makeover: un percorso integrato per il benessere fisico e psicologico

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Chirurgia post-bariatrica, diastasi e mommy makeover

Nel corso degli anni, il tema del dimagrimento ha occupato un posto di rilievo su Revée News. Un argomento complesso che abbraccia molteplici aspetti, dall’obesità al recupero fisico dopo la maternità. Con questo articolo abbiamo deciso di offrire una panoramica che unisce le voci di esperti, associazioni e pazienti, affrontando i percorsi di chirurgia post-bariatrica, diastasi addominale e mommy makeover. Un racconto corale tra scienza e umanità, per esplorare come la medicina moderna possa migliorare non solo il corpo, ma anche il benessere psicologico.

La chirurgia post-bariatrica rappresenta infatti un capitolo fondamentale per i pazienti che hanno intrapreso un percorso di trasformazione fisica e psicologica dopo un intervento di perdita di peso. Tuttavia, il rimodellamento corporeo non si limita a un risultato estetico. Affrontare condizioni come la diastasi addominale richiede approcci innovativi, tecniche avanzate e il supporto di reti di professionisti. In questo panorama, il contributo della chirurgia mini-invasiva e delle associazioni dedicate evidenzia il valore di un approccio integrato e multidisciplinare per il benessere complessivo dei pazienti. 

Chirurgia post-bariatrica: trasformazione fisica e psicologica

La chirurgia post-bariatrica non si limita a eliminare l’eccesso di pelle, perseguendo, quindi, un obiettivo di carattere estetico, ma punta anche a migliorare la funzionalità del corpo. Come sottolinea il professore Paolo Persichetti, direttore dell’Unità operativa complessa e della scuola di specializzazione in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva Estetica dell’Università Campus Biomedico di Roma «C’è un recupero non solo dell’aspetto estetico, ma anche di quello affettivo. È un intervento che non si limita alla rimozione della pelle in eccesso, ma va incontro anche a una finalità di natura funzionale».

Chirurgia post-bariatrica: ripristinare la forma fisica e la qualità della vita

Gli interventi di chirurgia post-bariatrica richiedono un approccio multidisciplinare e di un supporto continuativo per il successo a lungo termine. Uno dei risultati più significativi è l’impatto positivo sulla qualità della vita. Secondo il dottor Jacopo Frattaroli, specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica, PhD “Sapienza” Roma, «I pazienti si riappropriano della propria immagine corporea. Migliorano l’autostima e la qualità della vita». 

Body contouring e mommy makeover : rimodellare il corpo e affrontare la diastasi

Il mommy makeover è un intervento chirurgico combinato che mira a correggere i cambiamenti fisici legati alla gravidanza.

Il dottor Vito Toto, specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica del Campus Bio-Medico di Roma, spiega come dopo una o più gravidanze, mammelle e addome risentano maggiormente delle trasformazioni corporee. Di conseguenza, i trattamenti tipici legati al mommy makeover riguardano la mastoplastica (additiva, riduttiva, mastopessi e in alcuni casi, mastopessi con protesi) e un’addominoplastica per correggere la diastasi dei muscoli retti o l’eventuale presenza di ernie ombelicali.

La diastasi addominale, una separazione dei muscoli retti dell’addome, è una condizione che può verificarsi a seguito di interventi bariatrici o gravidanze.

«Può essere necessaria un’addominoplastica quando c’è anche un discreto quantitativo di pelle in eccesso. Una mini addominoplastica se il quantitativo di pelle da rimuovere è inferiore – spiega Toto -. Oltre a questi interventi classici presenti nell’ambito del mommy makeover, ci sono le liposuzioni che facciamo ormai quasi di routine. Nella stragrande maggioranza delle pazienti, sicuramente la liposuzione dei fianchi. Si possono aggiungere quella delle cosce o anche delle ginocchia».

Come evidenzia Valerio Cervelli, professore ordinario di Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica all’Università degli studi di Roma Tor Vergata e dirigente della scuola di specializzazione di Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica «Il paziente tipo del body contouring è colui che ha avuto un forte dimagrimento, quindi che è sceso fortemente di peso, in maniera da avere eccessi volumetrici. Questo, a volte, è dovuto alle gravidanze. Le donne, specialmente se hanno avuto dei parti gemellari, o parti importanti, è possibile abbiano un corpo devastato da questi eventi. Quindi che abbiano tutta una serie di patologie annesse e connesse, tra le quali la diastasi dei muscoli retti. Un’evenienza che necessita di una serie di correzioni».

La forza della rete tra professionisti

L’associazione Diastasi Italia nasce nel 2015 per dare informazioni corrette e gratuite a chiunque avesse la diastasi addominale. «Diastasi Italia è una rete di professionisti, divisi per regione, preparati sulla diastasi addominale. Da fisioterapisti a preparatori atletici, nutrizionisti e chirurghi. In questo modo, uomini e donne hanno la possibilità di entrare nel circuito di valutazione di questa patologia», descrive Claudia Fabretti, presidente dell’Associazione Diastasi Italia, fisioterapista e osteopata del gruppo.

Su Facebook ci sono due pagine divulgative: Diastasi Italia Official Group che riguarda solo le donne e Diastasi Uomo. Queste servono per contrastare falsi miti e fake news, orientando i pazienti nella direzione giusta.

Le soluzioni mini-invasive della chirurgia della parete

La chirurgia della parete è un ambito fondamentale nel trattamento delle patologie che colpiscono la parete addominale. Negli ultimi anni il numero di interventi correlati a queste patologie è in crescita. «Nel 2022, sono stati registrati circa 17.000 pazienti con patologie della parete addominale», afferma la dottoressa Alessandra Saputelli, chirurgo generale e dirigente medico presso la UOC chirurgia generale e d’urgenza presso il Presidio Ospedaliero San Filippo Neri.

La chirurgia robotica e laparoscopica offrono nuove opportunità nel trattamento delle patologie della parete addominale. Gli approcci mini invasivi, oltre a garantire risultati clinici soddisfacenti, offrono importanti benefici psicologici per i pazienti. 

«Se l’ernia ombelicale o epigastrica non sono associate a diastasi dei retti, possiamo proporre sia una tecnica open sia una tecnica laparoscopica. Vi è un utilizzo del robot nella patologia di parete, come per l’ernia ombelicale ed epigastrica, ma anche per il trattamento del laparocele in toto. Questo approccio, come nel caso della chirurgia laparoscopica, porta a una riduzione delle comorbilità postoperatorie, più che alla riduzione del tempo operatorio».

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