Pillole di Revée
Associazioni contro il tumore, fare gruppo per vincere
Aprile è il mese dedicato alla lotta contro il tumore, e all’impegno che le tantissime associazioni spendono per combattere questa malattia. Il cancro è una malattia con un decorso lungo e doloroso, e che tende a isolare chi ne è affetto per timore di essere un peso o per il troppo dolore. A questo servono le associazioni contro il tumore come LILT, Pagaie Rosa Dragon Boat e Mettiamoci le Tette e le iniziative di carattere comunitario come Just The Woman I Am: a mantenere viva la speranza nei malati e a guidarli in un percorso di guarigione e rinascita.
Tumore, prevenzione e informazione
L’esperienza del tumore è estremamente traumatica non solo per chi ne viene colpito, ma anche per amici e familiari. Essendo una malattia degenerativa che colpisce corpo e mente, è facile che i pazienti cadano nello sconforto e cerchino l’isolamento. «Avere il cancro significa fare i conti con la propria fragilità e con la paura di non farcela» spiega la psicologa Monica Agnesone.
La fragilità del corpo però non deve portare anche allo scoramento della mente, e per farlo c’è bisogno di informazioni precise sul decorso della malattia e su ciò che si deve fare per affrontarla. «Così i segnali del proprio corpo diventano progressivamente più leggibili e controllabili, e il paziente può intenderlo come una risorsa e non più come qualcosa al di fuori del proprio controllo» osserva lo psicoterapeuta Marco Gonella.
«È importantissimo svolgere un’attività di prevenzione sul territorio con una rete capillare» sottolinea Donatella Tubino, biologa nutrizionista e presidente della Lega Italia alla Lotta contro i Tumori. «La prevenzione primaria consiste nel parlare alla gente, nei luoghi di aggregazione come le scuole, parlando di corretti stili di vita. Nella prevenzione secondaria, invece, c’è già l’intervento delle visite a indirizzo oncologico, e qui la LILT svolge un vero ruolo di sostegno alla sanità» spiega. Nel percorso di informazione è importante coinvolgere tutti, così che nessuno si ritrovi impreparato in caso di necessità.
In gruppo contro la malattia
L’informazione primaria proviene da medici e psicologi, ma c’è anche bisogno di condividere esperienze e percorsi comuni con le altre persone che hanno affrontato o stanno affrontando il cancro. Non sentirsi soli è fondamentale per non sprofondare in un tunnel di sconforto. Per questo motivo l’apporto delle associazioni è indispensabile per combattere la malattia e rinascere insieme dandosi forza a vicenda.
Carla Diamanti, presidente della ONLUS Mettiamoci le Tette, suggerisce che un percorso fatto sì di terapia ma anche di ascolto e introspezione siano la strada giusta per affrontare la malattia. La sua associazione contro il tumore, infatti, mette insieme l’informazione medica con il supporto psicologico e personale ai pazienti. «Ci battiamo sul territorio perché le strutture che si occupano di senologia e che seguono le donne, si adeguino a questo percorso» afferma Diamanti.
Le attività proposte dall’associazione sono incentrate sul costruire rapporti duraturi tra pazienti ed ex-pazienti. Uno dei progetti più partecipati è sicuramente il “progetto parrucche”, dove chi ha superato il tumore dona la propria vecchia parrucca, regalandola a chi ne ha bisogno in quel momento. «È una sorta di raccolta del testimone delle donne che hanno superato questa prova, e passano la parrucca ad altre donne nell’ottica dell’ecologia e del risparmio» dice Diamanti. Un messaggio di speranza passato da una donna all’altra.
Sport contro il tumore
Un ulteriore ambito in cui le associazioni lavorano assiduamente è quello dello sport in ottica di prevenzione e contrasto del tumore. La malattia, essendo dolorosa e debilitante, rende difficile la pratica dell’attività sportiva a chi ne soffre, nonostante la comprovata utilità. «Anni fa i medici sostenevano che le donne operate al seno non dovessero fare nessun tipo di sforzo per scongiurare l’insorgenza del linfedema» dice Mariagrazia Punzo, presidente dell’Associazione Pagaie Rosa Dragon Boat.
Punzo specifica comunque che ormai questa è un’idea passata, e che i benefici di attività fisica come il pagaiare sono tanti, tra cui quello di sentirsi parte di un gruppo. «Anche quando si esce in barca con la testa piena di pensieri non positivi, sappiamo che riusciamo a raggiungere la riva grazie alle nostre compagne» specifica la presidente, evidenziando il fenomeno di catarsi che prende piede all’interno delle persone che portano avanti un movimento faticoso ma coordinato con altre persone che hanno vissuto la stessa esperienza.
Allo stesso modo, il presidente del CUS Riccardo D’Elicio ha creato l’evento Just the Woman I Am, una corsa annuale per sensibilizzare uomini e donne alla gravità del tumore e all’importanza dell’attività fisica per la prevenzione. «Finché non riusciremo a far entrare l’attività sportiva nei protocolli non potremo dire di aver vinto la battaglia contro il tumore» spiega D’Elicio, insistendo sul fatto che lo sport non debba essere competizione ma anche e soprattutto un momento di fratellanza. «Al CUS abbiamo pensato di trovare qualcosa che potesse mettere insieme le donne creando realmente una festa di partecipazione e non una competizione».
Non è quindi solo la terapia medica a dover essere presente nella lotta contro il cancro, ma anche il supporto di psicologi, amici, famiglia e “compagni di viaggio”. «Un ambiente amorevole, preparato e disponibile a rispondere efficacemente alle esigenze del paziente consentirà a quest’ultimo di superare le difficoltà legate alla malattia, favorendo anche le emozioni positive» conclude la psicoterapeuta Agnesone. Solo così si può sconfiggere il cancro, sia prima ancora che si presenti attraverso la prevenzione, sia dopo le eventuali operazioni e terapie per evitare recidive. E, infine, riprendersi la meritata serenità ingiustamente portata via.