Pillole di Revée
Andrea Becchi, quando il tatuaggio è rinascita
«Si tende a portare con sé simboli di forza, rinascita e coraggio come amuleti, o promemoria delle proprie virtù che hanno aiutato a superare ostacoli di una certa importanza»
Andrea Becchi, tatuatore dal 1994 e proprietario del Cluster Tattoo Studio di Torino
L’arte del tatuaggio ha radici antiche, risalendo addirittura ancor prima dell’antico Egitto. Nel corso della storia, varie culture hanno ideato nuovi modi per ornare il proprio corpo, attribuendo a ciascun tatuaggio un significato: di passaggio, di vittoria, di rinascita. Con Andrea Becchi, tatuatore dal 1994 e proprietario del Cluster Tattoo Studio abbiamo approfondito anche la tematica del ” tatuaggio con finalità medica”. Questo tipo di modificazione corporea, approvata anche dal Piemonte e dalla Liguria nel 2022, mira a restituire serenità ed estetica a quelle persone che, a seguito di operazioni come il tumore al seno, portano cicatrici simbolo di malattie gravose e sconfitte con fatica e sudore.
Il significato del tatuaggio
Colorati, in bianco e nero, con infiniti stili. I tatuaggi sono tanti e diversi, e ognuno di essi ha un significato. «I motivi che spingono le persone a farsi un tatuaggio sono molti ed estremamente personali» commenta Andrea Becchi, tatuatore dal 1994, proprietario del “Cluster Tattoo Studio” di Torino. «C’è chi colleziona momenti, chi luoghi e chi ricordi o semplicemente chi ha piacere di avere un tatuaggio in un determinato stile».
Molto spesso quando si affronta un momento difficile e delicato della propria vita si tende a voler imprimere sul proprio corpo un tatuaggio a rappresentare una sfida superata. «Una difficoltà, una malattia o una battaglia vinta sono tra le motivazioni più forti che spingono una persona a imprimere in modo permanente un segno sulla propria pelle. Si tende a portare con sé simboli di forza, rinascita o coraggio come amuleti o come promemoria delle proprie virtù che hanno aiutato a superare ostacoli di una certa importanza».
«In tanti anni é capitato spesso di dover coprire o mascherare cicatrici. Che siano dovute a incidenti o interventi chirurgici le cicatrici vengono a volte vissute in maniera molto negativa» spiega Becchi, che nella sua carriera ha aiutato con la sua arte molte persone in difficoltà a causa di queste cicatrici. «Coprire o mascherare con un tatuaggio questi segni è stato per loro un’autentica liberazione, una vera e propria rinascita che li ha messi nuovamente nella condizione di spogliarsi senza vergogna».
La cura del tatuaggio
Il tatuaggio medico eseguito per mascherare una cicatrice di solito ha delle tempistiche abbastanza lunghe: secondo Becchi, l’ideale sarebbe effettuarlo dopo 2 anni dalla cicatrizzazione, per avere una pelle il più stabile ed elastica possibile. «Occorre studiare una grafica che “inganni” lo sguardo per nascondere in modo intelligente la cicatrice senza dover lavorare in maniera eccessiva la pelle in una zona fragile».
Invece, per quanto riguarda la cura del tatuaggio in sé, è importante preoccuparsi soprattutto del supporto su cui esso si trova. «Far guarire un tatuaggio solitamente richiede giusto qualche attenzione e la guarigione si risolve, nella maggior parte dei casi, in una decina di giorni» afferma Becchi.
Invece, ciò su cui bisogna porre attenzione è la pelle su cui il tatuaggio si posa. «Idratare e proteggere la pelle, se risulta normalmente utile per preservarne l’invecchiamento, lo diventa ancor di più per proteggere i tatuaggi. Il sole soprattutto non è molto amico dei tatuaggi, a maggior ragione se colorati, e durante l’esposizione al sole è necessario proteggerli con creme a fattore di protezione alto affinché la definizione e brillantezza dei colori venga preservata il più a lungo possibile».
La difficoltà del tatuaggio a finalità medica
Un tatuatore che si occupa di casi delicati non può essere solo un artista, ma un vero professionista che conosca a fondo la pelle e le diverse zone del corpo. «Creare un tatuaggio permanente può significare a volte risolvere problematiche di tipo estetico o medico. Occorre avere competenza sia per quanto riguarda le geometrie del corpo sia per quanto riguarda i pigmenti e i toni più naturali» continua Becchi.
Fortunatamente, l’importanza dell’opera di questi professionisti sta ottenendo riconoscimenti concreti, anche in Piemonte. «Nel 2017 la regione Piemonte ha istituito dei corsi di abilitazione per la professione dei tatuatori con un monte ore che più recentemente é stato alzato. Questo per cercare di arrivare ad avere una figura professionale maggiormente preparata».
L’obiettivo è formare dei professionisti a tutto tondo con anche una conoscenza medica delle zone che vanno a trattare. «Nel caso specifico del tatuaggio a finalità medica mi auguro che si possa arrivare ad avere presto una figura professionale specializzata che sappia da una parte gestire una situazione per il cliente molto delicata, anche dal punto di vista emotivo, e dall’altra creare un disegno credibile e realistico» conclude Andrea Becchi.