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Rinoplastica, il clichè trasformato in armonia

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La rinoplastica risulta al terzo posto tra le richieste di interventi di chirurgia estetica. Ne parla il dottor Giuseppe Giudice, specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica e professore ordinario di Chirurgia Plastica presso l’Università degli studi di Bari Aldo Moro.

Che cos’è la rinoplastica? «È un intervento che ci consente il ripristino morfologico, funzionale ed estetico della piramide nasale» spiega il professore, accennando anche all’aumento della percentuale di interesse da parte degli uomini. Si tratta di un intervento che si effettua in anestesia generale e ha una durata che varia da 50 ad 80 minuti.

«Il naso non viene “rifatto”, ma corretto» specifica il chirurgo. Lo scopo è la correzione delle irregolarità: «Ogni paziente ha dei difetti da migliorare e dei quali bisogna discutere accuratamente durante la visita pre-operatoria. Si concorda con il paziente il tipo di difetto, quindi il tipo di correzione e infine il risultato che possiamo ottenere.»

Cos’è la rinoplastica, chirurgia “di tendenza” o intervento per tutti?

Dottor Giuseppe Giudice, professore ordinario di Chirurgia Plastica presso l’Università di Bari

All’inizio degli anni 2000 sottoporsi a un intervento di rinoplastica era addirittura uno status symbol. Al giorno d’oggi non c’è più questa visione, pertanto l’operazione al naso non porta con sé alcuno stigma. Lo scopo principale della rinoplastica è “raggiungere l’armonia tra il naso e il proprio volto senza modificare i lineamenti”. Si parla dunque di una chirurgia su misura o Tailored , come dicono gli anglosassoni, mirata alla correzione delle singole deformità di ogni paziente.

La rinoplastica può essere effettuata in due modi: attraverso incisioni eseguite all’interno delle narici, quindi senza cicatrici esterne, oppure con la “tecnica aperta” che si effettua con «una piccola incisione chirurgica alla base della columella» descrive il Professor Giudice. «Questo accesso consente un’apertura completa della calotta cutanea del naso e consente di vedere meglio quelle che possono essere le cause della deformità osteo-cartilaginea e della asimmetria». A fronte di una cicatrice molto piccola e quasi invisibile il risultato sarà molto più preciso.

Percorso post-operatorio: quanto tempo ci vuole per guarire?

«Il percorso post-operatorio è abbastanza comune. Normalmente in sala operatoria si inseriscono dei tamponi nasali da mantenere in sede per 3 giorni dopo l’intervento» spiega il professore. «Questo comporta difficoltà respiratorie dando la sensazione di essere raffreddati, perché il naso oltre che essere occluso dai tamponi, naturalmente è molto gonfio».

«A tal proposito voglio anche sfatare la leggenda metropolitana secondo la quale rimuovere i tamponi è molto doloroso. Questo non è vero, in quanto se la procedura viene eseguita da mani esperte, ciò non avviene» tranquillizza il Professore.

«Tornando alle tempistiche post-operatorie», conclude il Professore, «un gessetto o una placca che servono a tenere immobili le ossa nasali che purtroppo sono state fratturate e riposizionate, vengono tenute in sede per circa 8 giorni. Dopo 12-15 giorni anche i cerotti contenitivi vengono rimossi, mentre la durata dei lividi è variabile da persona a persona e oscilla tra 8 e 12 giorni».

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