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Riconoscere i tumori della pelle: dai basaliomi ai melanomi

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I tumori della pelle sono neoplasie che originano dalle diverse cellule costituenti la cute. A seconda del tipo di cellula da cui si sviluppano, questi tumori possono variare significativamente in termini di aggressività. Dal carcinoma a cellule basali, ossia il basalioma, meno aggressivo e carcinoma a cellule squamose, fino ad arrivare al melanoma e al raro carcinoma a cellule Merkel.

La predisposizione genetica influisce di parecchio sull’insorgenza di tumori della pelle con specifiche alterazioni che possono sviluppare una neoplasia cutanea. Tuttavia, la genetica da sola non basta. Tra i fattori predisponenti alla tumorigenesi rientra anche l’esposizione solare mal eseguita. I danni indotti dai raggi UV causano infatti mutazioni nelle cellule della pelle. Favoriscono la proliferazione di cloni cellulari alterati che possono evolvere in tumori maligni. 

Il dottor Tiziano Pallara, chirurgo plastico che esercita a Roma, con sedi anche in Calabria, in Puglia, negli Istituti Fisioterapici Ospitalieri, in particolare all’Istituto Dermatologico San Gallicano, spiega come sia aumentata la consapevolezza nelle persone sulla tematica: «Ora i pazienti arrivano alla visita informati di quelli che sono i danni che il sole può determinare a lungo andare sulla nostra pelle. Queste tipologie di tumori sono spesso una prerogativa delle persone anziane, di chi lavorava nei campi, sulle strade, cioè in un contesto e in un periodo in cui l’utilizzo dei filtri solari non era di prassi e quindi neanche esistevano».

Tumori dei tessuti molli e ricostruzione “like with like”

La pelle è l’organo più esteso del corpo umano e funziona da barriera protettiva contro gli agenti esterni. È composta da diversi strati, ognuno con funzioni specifiche e caratteristiche distintive.

Dottor Tiziano Pallara, chirurgo plastico a Roma, con sedi in Calabria, in Puglia, negli Istituti Fisioterapici Ospitalieri, in particolare all’Istituto Dermatologico San Gallicano

Quello più superficiale è costituito dalla cute, a seguire l’ipoderma, il muscolo fino ad arrivare all’osso. «I tumori ai tessuti molli si originano dalle cellule che compongono i tessuti connettivali al di sotto della cute. Sono un po’ più rari rispetto a quelli cutanei e determinano l’insorgenza di altri tumori. Spesso vengono diagnosticati in una fase più avanzata, ciononostante nella maggior parte dei casi sono suscettibili di trattamento chirurgico  – descrive Pallara -. Quando possibile, l’intervento chirurgico permette l’asportazione completa della lesione e una contestuale ricostruzione. Se eseguita da personale esperto, è possibile una quasi restitutio ad integrum della zona operata. Permette una ricostruzione “like with like”, cioè un tessuto simile a quello asportato».

Il dottore sottolinea la possibilità di ricorrere a terapie adiuvanti come la radioterapia o la chemioterapia. Inoltre, è altrettanto fondamentale fare un corretto follow-up post intervento perché queste tipologie di tumori tendono a recidivare.

Intervenire precocemente sui tumori della pelle

I tumori della cute, se non trattati tempestivamente, hanno la capacità di invadere i tessuti circostanti. Questo richiede un approccio chirurgico molto più invasivo che necessita di una ricostruzione non sempre fattibile. Asportare una qualsiasi lesione della cute determina un’alterazione del profilo estetico, ma anche funzionale. Basti pensare ai tumori del labbro, del naso o dell’orecchio, che possono trasformare in modo anche drammatico i connotati del volto, richiedendo interventi di ricostruzione adeguati. 

Le modalità di trattamento dei tumori cutanei hanno subito notevoli passi avanti. Nel momento in cui la lesione è a uno stato avanzato, si possono adottare cure alternative come l’immunoterapia, ossia una terapia selettiva nei confronti di cellule maligne.

«Per i tumori della cute, quasi sempre, si riesce a ottenere una risoluzione tramite un intervento chirurgico. Il segreto è procedere quando la lesione è quanto più piccola possibile. Intervenire precocemente permette di avere anche un grado di invasività chirurgica minore», conclude Pallara.

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