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Mastoplastica riduttiva per un nuovo equilibrio
La mastoplastica riduttiva è un intervento chirurgico che non solo modifica l’aspetto estetico del seno, ma apporta anche significativi benefici funzionali. Molte donne con un seno prosperoso sperimentano dolori alla schiena, problemi posturali e difficoltà nello svolgimento di attività quotidiane.
«La mastoplastica riduttiva è l’intervento che migliora di più in assoluto la qualità della vita delle nostre pazienti – afferma Barbara Cagli, referente chirurgo plastico della Breast Unit dell’università Campus Biomedico di Roma e Ricercatore presso L’Università degli Studi Link -. Le pazienti hanno un seno così pesante che fanno fatica a fare qualsiasi attività quotidiana. Dallo sport, a camminare e vestirsi fino a comprare banalmente un reggiseno o un costume in un normale negozio. La richiesta più frequente è di poter finalmente alleggerire le spalle, il collo e la schiena da questo peso così importante».
I benefici della mastoplastica riduttiva

I benefici sono duplici: funzionali ed estetici. «Dal punto di vista funzionale, i benefici sono incredibili perché si rinasce. Immaginate che cosa voglia dire vivere tutti i giorni con un peso enorme che tende a reclinare la schiena».
Oltre ai benefici muscolo-scheletrici, l’intervento ha effetti positivi anche sulla salute cardiovascolare e respiratoria. «Una cosa che non ci dobbiamo mai dimenticare è che soprattutto nelle donne che lo fanno più avanti con l’età, magari dopo la menopausa, è ancora più importante. Dal punto di vista cardiovascolare, alleggerire tutta la gabbia respiratoria e il cuore, renderà anche la vecchiaia molto più agevole».
Per quanto riguarda il lato estetico, l’intervento porta notevoli miglioramenti. «Nel 99% dei casi, il seno molto grande scende e perde la sua posizione. Pensate che beneficio avere l’areola che guarda davanti, insieme a noi, e avere finalmente un seno in proporzione con spalle, addome, torace, rimanendo all’interno del torace e che non poggia più sull’addome».
Prima dell’intervento
Per garantire la sicurezza dell’intervento, sono necessari esami pre-operatori ed è altrettanto importante avere notizie di salute generale. Dalla presenza di fumo, eventuali allergie a farmaci, ma anche informazioni legate al peso e altezza. «La chirurgia plastica è sempre una chirurgia con tutti i rischi. Un intervento chirurgico, quindi, va sempre affrontato con una preparazione standard sia dal punto di vista cardiologico e soprattutto, prima di eseguire una mastoplastica riduttiva dobbiamo studiare la salute del nostro seno».
La scelta degli esami dipende dall’età della paziente. «Solitamente solo l’ecografia nelle donne giovani, sotto i trentacinque anni. Dai trentacinque ai quaranta, a volte una sola mammografia preoperatoria. Dai quaranta in poi, mammografia ed ecografia, perché i due esami insieme, consentono di sapere con certezza che il seno sia in salute prima dell’intervento chirurgico».
Oltre ai miglioramenti estetici e funzionali, l’intervento offre un’importante funzione di prevenzione. Tutto il tessuto asportato viene inviato all’esame istologico e delle volte consente di avere delle diagnosi di tumori piccolissimi non diagnosticabili dagli esami strumentali.
Consapevolezza e aspettative nella mastoplastica riduttiva
La mastoplastica riduttiva, come ogni intervento chirurgico comporta dei rischi. «La cosa che i pazienti, secondo me, devono prendere più in considerazione è il fatto che non siamo dei maghi. Sicuramente, le cicatrici della mastoplastica riduttiva non sono piccolissime. Quindi, la prima cosa, più importante, è prendere consapevolezza che nel primo anno post operatorio bisogna avere molta cura delle cicatrici. Il primo mese si fanno tante medicazioni, quindi, la cosa più importante da spiegare bene alle pazienti sono la qualità e la tipologia delle cicatrici – spiega Cagli -.Tuttavia, in tanti anni che faccio questo tipo di intervento, ad oggi, nessuna delle pazienti si è pentita per la presenza di cicatrici. È tale, infatti, il miglioramento estetico e funzionale, che il bilancio cicatrice-beneficio, è sicuramente a vantaggio dei benefici derivati dall’intervento».
È un’operazione che, comunque, richiede un’anestesia generale, spesso, di circa tre ore. È importante che non ci siano delle comorbidità, ossia delle patologie importanti cardiocircolatorie o patologie che rendono l’intervento troppo rischioso. Ad esempio, malattie del sistema connettivo, come la sindrome di Ehlers-Danlos, che compromettono la qualità delle cicatrici e la stabilità del risultato nel tempo. «A meno che non sia una vera gigantomastia, vuol dire un seno dove non è possibile svolgere le attività quotidiane, su quelle pazienti, che magari richiedono una piccola riduzione, è da prendere in considerazione il beneficio rispetto alla scarsa qualità della cicatrice e anche della scarsa possibilità di mantenere il risultato nel tempo».
Qual è il momento giusto per operarsi?
Una domanda frequente riguarda il momento più adatto per eseguire l’intervento, se prima o dopo una gravidanza. «Se si è molto giovani, con un seno enorme, non si può pensare di stare dieci anni in attesa prima di fare una mastoplastica riduttiva. Quindi, consiglio di ridurre il peso della mammella – dichiara Cagli -. Per chi sta programmando di avere figli, suggerisco di sottoporsi all’intervento dopo la gravidanza».
Nell’allattamento, il volume del seno può influire da un punto di vista pratico. Un seno eccessivamente voluminoso può infatti rendere il tutto più difficoltoso. In questi casi, un intervento di riduzione mammaria può favorire un allattamento più agevole.
«La tecnica che utilizzo permette di risparmiare i dotti, ossia quei tubicini che portano il latte al capezzolo. Nella maggior parte dei casi, tranne nelle gigantomastie troppo grandi, dove questo non sempre è possibile, l’areola rimane, con il suo peduncolo e i suoi tubicini che consentono di allattare».
Cicatrici e post-operatorio

Il post-operatorio è una fase delicata per via delle cicatrici importanti. Nelle prime quattro settimane, soprattutto, è fondamentale farsi aiutare proprio per l’esito cicatriziale importante. «C’è una cicatrice intorno all’areola, un’altra dall’areola al solco sottomammario e un’altra orizzontale. Se, nelle prime quattro settimane, iniziamo a fare lavori in casa, a guidare, a tirare su le braccia, le cicatrici non possono venire bene. Più si infiammano e più si allargano».
La dottoressa Cagli consiglia alle sue pazienti di utilizzare calze antitrombo e un reggiseno che si allaccia davanti, preferibilmente di colore chiaro. In modo tale che, se nei primi giorni, nelle prime settimane dopo l’intervento, ci dovesse essere una fuoriuscita di siero dalla cicatrice, si può intervenire tempestivamente.
I fattori che influenzano il risultato finale
È fondamentale la collaborazione attiva delle pazienti. Ci sono due parametri da tenere in considerazione: il fumo e la stabilità del peso. «Dal mio punto di vista, io richiedo una riduzione drastica, per non dire astensione dal fumo nelle prime quattro, otto settimane prima dell’intervento. È fondamentale per diminuire al massimo il rischio di complicanze, di apertura delle cicatrici, di piccole zone di liponecrosi del grasso, del tessuto mammario – spiega la dottoressa -. La seconda cosa è che, quando decidiamo di fare questo intervento, dobbiamo essere stabili nel peso. Se dopo l’intervento, abbiamo delle variazioni di peso importanti, il nostro lavoro verrà inficiato dalle variazioni di peso. Per chi ha avuto, infatti, un seno molto grande, solitamente ha una pelle molto affaticata perché completamente lassata. Spesso ci sono piccole smagliature, quindi è una pelle meno forte delle altre e che risente ancor più delle variazioni di peso».
Una corretta preparazione, un approccio personalizzato e un decorso post-operatorio ben fatto ne massimizzano la riuscita. «Il bello della mastoplastica riduttiva è che possiamo fare tutto con i propri tessuti, rendendo questo intervento definitivo, senza il bisogno di manutenzione nel tempo», conclude Cagli.
