Medici Chirurghi
Ricostruire la mammella per tornare alla vita di tutti i giorni
«Il tumore alla mammella è una neoplasia guaribile e curabile».
Il dottor Umberto Cortinovis, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica, da venticinque anni si occupa di chirurgia ricostruttiva post-oncologica all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Nella sua carriera ha potuto sperimentare l’innovazione delle cure, dei materiali e degli strumenti per il trattamento dei pazienti oncologici.
L’importanza di ricostruire la mammella
«In Italia ogni anno vengono diagnosticati 370.000 casi di tumore» spiega Cortinovis. In particolare, vengono effettuati 55.000 interventi per rimuovere il cancro della mammella che colpisce una donna su otto. «Anche gli uomini sono affetti da questa patologia,- spiega il chirurgo – secondo i dati vengono diagnosticati circa 500 casi di tumore alla mammella maschile».
Nonostante i dati siano allarmanti: «la sopravvivenza si attesta oltre l’80%» precisa il chirurgo. Contestualmente all’intervento è fondamentale ricostruire: «la chirurgia ricostruttiva deve essere parte integrante del trattamento oncologico mammario» precisa Cortinovis.
In questo modo si aiuta la paziente a reagire meglio alle cure, soprattutto se il percorso ricostruttivo sarà lungo. «In linea di massima, con le tecniche che abbiamo a disposizione, è sempre possibile ricostruire la mammella» spiega Cortinovis. Anche se le variabili da tenere in considerazione sono molteplici e dipendono anche dal tipo di mastectomia o quadrantectomia che viene effettuata, è possibile ricostruire immediatamente oppure successivamente all’intervento di asportazione. «Si può ricorrere a diverse tecniche come l’uso di espansori, protesi o utilizzando il tessuto della paziente per effettuare la ricostruzione» continua il chirurgo.
Soprattutto quando le pazienti si sono sottoposte alla radioterapia è meglio utilizzare tessuti non trattati per ricostruire la mammella. Le due tecniche principali sono: l’intervento del muscolo gran dorsale o il lembo di retto addominale.
«Qualunque metodo si utilizzi bisogna sempre tenere in considerazione i desideri della paziente – aggiunge il chirurgo – e ricordare che ogni donna dà un significato al proprio seno».
Guardare al futuro
«A volte il futuro è già il nostro presente» spiega Cortinovis. Infatti, ci sono molte novità legate al trattamento oncologico, soprattutto per quanto riguarda i materiali. «Le aziende aiutano il progresso grazie al lavoro di ricerca» continua Cortinovis, identificando nuovi supporti per le protesi composte da derma, da reti in titanio oppure il bisturi elettrico al plasma. Anche la medicina rigenerativa gioca un ruolo importante nella lotta contro il cancro alla mammella, grazie alla tecnica del lipofilling, ottenuto dalla centrifugazione del tessuto adiposo, che successivamente viene reimpiantato.
Tutte queste novità influiscono sulla vita delle pazienti ricostruite, perché possono tornare al loro contesto sociale, lavorativo e familiare. Infatti, come ricorda la definizione di qualità della vita espressa dall’OMS nel 1948: “La salute è lo stato di completo benessere fisico, psicologico e sociale e non solamente l’assenza di malattia”.
«La scelta ricostruttiva deve essere un’interazione tra le necessità oncologiche, le conoscenze chirurgiche, le possibilità cosmetiche e il desiderio della paziente. Al fine di ottenere un risultato migliore con il minor disagio» conclude il chirurgo.