Medici Chirurghi
L’etica come fondamento della chirurgia estetica
Nel campo della chirurgia, in particolare quella estetica, l’etica non è solo un complemento, ma il fondamento su cui si costruisce l’intera pratica medica. La dottoressa Chiara Botti, chirurgo plastico e direttrice sanitaria della clinica bresciana Villa Bella Clinic, con incarichi di docenza presso le università di Verona e Padova, sottolinea l’importanza di un approccio etico nell’esercizio della chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica. Per la dottoressa Botti, l’integrazione tra i desideri estetici dei pazienti e principi medici non è solo una questione di competenza tecnica. È anche legata alla responsabilità etica-professionale, dove ogni decisione clinica è guidata da considerazioni morali profonde.
L’approccio etico nella chirurgia plastica
«La chirurgia plastica, come ogni altra branca della medicina, deve essere guidata dai principi etici fondamentali che regolano la pratica medica», spiega la dottoressa Botti. «Il primo di questi è primum non nocere, ovvero non nuocere al paziente. Questo implica una profonda competenza tecnica e una spiccata sensibilità nel comprendere i bisogni e le motivazioni dei pazienti.»
Un elemento cruciale è la comunicazione: «Parlare con il paziente è fondamentale. Spesso, dietro un problema fisico si nasconde un disagio più profondo. La mia esperienza mi ha insegnato che il dialogo è essenziale per interpretare correttamente le richieste e valutare se l’intervento possa effettivamente migliorare la qualità di vita del paziente.»
Un aspetto interessante riguarda la bellezza: «La nostra professione mira a ricreare una bella normalità. Non vogliamo proporre la Barbie ripetuta in tutte le nostre pazienti, per intenderci. Ognuno di noi è bello a modo proprio, quindi la bellezza sta nel riscoprire l’armonia e la bellezza individuata.»
Bilanciare richieste ed etica media
Un altro tema fondamentale è come conciliare le richieste estetiche dei pazienti con i limiti e i rischi degli interventi. «Bisogna cercare di rispettare un’armonia che sia quella di ciascuno, la propria armonia. Mi capita di operare su pazienti di tutte le etnie: ovviamente, se cerco di ricreare il naso di un norvegese su un viso di una signora dell’Arabia Saudita, non le sto facendo un bel servizio. Quindi bisogna rispettare sia l’armonia individuale e che quella etnica di quella persona. E poi, sicuramente, anche il gusto del paziente, perché entro certi limiti bisogna far fronte alle richieste e alle esigenze di ciascuno.»
Bisogna però essere pronti anche a dire “No” quando le richieste minano l’etica professionale: «È fondamentale che il medico non si senta obbligato ad eseguire esattamente le richieste del paziente, perché a volte vengono da noi con richieste non realistiche. Ad esempio, ci sono casi in cui l’aspetto estetico confligge con la funzionalità. Mi spiego: il paziente vuole un naso piccolissimo. Nasi troppo piccoli e con una certa forma rendono difficile la respirazione. E’ nostra responsabilità , prima di tutto, cercare di spiegare ciò che è fattibile, per non compromettere la funzionalità degli organi.»
Non sempre però è solo una questione estetica. Si entra, infatti, nella sfera psicologica: «Quando capiamo che il problema va al di là della realtà fisica del paziente e lo tocca più intimamente, credo sia obbligatorio approfondire quell’aspetto. Il rischio, come dicevamo prima, è che possiamo creare il naso più bello del mondo, ma non creare il paziente più felice del mondo. Ecco perché è fondamentale “ascoltare, ascoltare, ascoltare” e spiegare tanto, perché tra quello che diciamo e quello che viene percepito a volte c’è un abisso.»
Il ruolo dei social media e l’informazione consapevole
Viviamo in un’epoca in cui i social media giocano un ruolo centrale nella ricerca di informazioni, anche mediche. «Non c’è niente di male, perché su TikTok ci sono medici bravi e meno bravi, ormai sui social media ci siamo tutti. È fondamentale, però, approfondire e verificare le credenziali del medico, accertarsi che operi in strutture adeguate e comprendere il suo approccio tramite incontri personali. Una buona relazione medico-paziente si basa sulla fiducia, che non può essere costruita solo online.»
Botti insiste sull’importanza di discutere apertamente delle complicanze: «Se il medico la fa facile, per intenderci, anche questo dovrebbe accendere una spia di sospetto, perché la chirurgia estetica è chirurgia, e non si può affrontare alla leggera da nessun punto di vista. È importante essere consapevoli anche di tutto quello che può andare storto prima di affrontare un intervento.»
Le “punturine”: soluzioni rapide, ma non sempre sicure
Un tema di grande attualità riguarda l’uso crescente delle cosiddette “punturine”. Queste procedure che possono sembrare semplici, comportano rischi significativi, soprattutto se eseguite da personale non qualificato. In Italia, molte figure mediche possono somministrare filler. È essenziale, però, avere una conoscenza approfondita dell’anatomia facciale per evitare complicanze gravi come ischemie o necrosi. Come noto alle cronache, nei casi peggiori, si può arrivare anche alla cecità. Ad esempio, quando l’acido ialuronico è iniettato in modo scorretto nella zona perioculare.
Botti è la prima a proporre alternative più sicure e naturali, come il lipofilling. L’uso, cioè, del grasso autologo: «Nell’ultimo BBF, (NDR. Bottis’ Best Face 2024, evento organizzato dalla dott.ssa e dal padre, dott. Giovanni Botti fondatore e presidente onorario dell’Associazione italiana di chirurgia plastica ed estetica Aicpe) molti altri chirurghi hanno sottolineato la pericolosità di queste “punturine” . Sempre più si propone di sostituirle con materiale autologo, come l’iniezione di grasso prelevato da altre zone del corpo.»
L’importanza dell’insegnamento della chirurgia estetica
L’insegnamento che viene offerto ai chirurghi che partecipano ai BBF ha un forte impatto dal punto di vista educativo: «Nel nostro centro si insegna la chirurgia da tantissimi anni a specializzandi e giovani chirurghi. I nostri congressi si inseriscono nell’ambito di un insegnamento continuo che portiamo sempre in sala. L’obiettivo è insegnare una chirurgia tecnicamente raffinata ed etica. Invitiamo sempre colleghi molto famosi a livello internazionale per integrare le conoscenze di ciascuno di noi con qualcosa di nuovo. Mi piace dire che ogni volta che insegno, imparo tantissimo. Sono bellissime occasioni, sia per i giovani che per i meno giovani.»