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Il ruolo delle Breast Units nella lotta al carcinoma mammario

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Nella lotta al carcinoma mammario, le Breast Units sono centri altamente specializzati, creati per offrire un approccio coordinato e multidisciplinare alle pazienti.

Le Breast Units operano seguendo standard rigorosi stabiliti a livello europeo. Questi centri devono soddisfare soddisfare specifici requisiti, definiti dal Parlamento europeo già dai primi anni 2000.

Lo scopo è garantire cure di qualità a tutte le donne colpite dal carcinoma mammario. «I requisiti minimi riguardano i volumi di casi trattati, operati ogni anno: almeno 150. Ci sono poi anche le pazienti metastatiche che devono essere presentate al centro di senologia. Non solo quindi le pazienti con tumore iniziale, ma anche con tumori avanzati», spiega Matteo Ghilli, chirurgo senologo del Centro tecnologico dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana.

Core ed extended multidisciplinary team nelle Breast Units

Ogni Breast Unit deve avere un team multidisciplinare: il Core team. Quest’ultimo comprende radiologi, senologi, anatomopatologi, chirurghi senologi, oncologi e radioterapisti. A questo si aggiungono figure come il data manager e infermieri specializzati in senologia.

Matteo Ghilli, chirurgo senologo del Centro tecnologico dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana

Agli elementi core, si affiancano tutti i professionisti che rientrano nell’extended multidisciplinary team. Psico-oncologi e non solo. Ginecologi, medici nucleari e chirurghi plastici, geriatri e genetisti che collaborano nel fornire un trattamento completo e personalizzato.

I professionisti interagiscono costantemente. In questo modo, la paziente è sempre al centro del percorso di cura. «In ogni centro di senologia ci dev’esser un percorso anche scritto. Un PDTA che sviluppa l’interazione tra la paziente e tutti i vari professionisti», spiega Ghilli.

Ogni settimana vengono organizzati almeno due momenti nel corso del PDTA: i multidisciplinary meetings. «Normalmente noi qui a Pisa ne facciamo due ogni settimana. Il lunedì discutiamo i casi pre operatori, quindi le pazienti che non hanno ancora fatto la parte chirurgica o le terapie – continua il dottore -. In un secondo momento, da noi il mercoledì, si discutono tutti i casi operati per definire il programma di terapie adiuvanti, in particolare mediche: chemioterapia, ormonoterapia, terapie biologiche, immunoterapie, radioterapia».

Criteri da rispettare per la certificazione EUSOMA

Le Breast Units che desiderano ottenere la certificazione di eccellenza da parte di EUSOMA, la Società Europea di Senologia, devono rispettare una serie di criteri rigorosi. Questi ultimi coprono l’intero percorso di cura. Ad esempio, è necessario che le pazienti arrivino all’intervento con una diagnosi precisa, chiara e completa. «Non solo l’istologico. Se c’è un carcinoma o no. Se è “non special type” piuttosto che lobulare, ma anche il tipo biologico del carcinoma – racconta Ghilli -. Abbiamo, infatti, ampia evidenza sul fatto che alcune forme di tumore early, quindi precoci, perciò piccoli, magari a volte senza un interessamento ascellare, se hanno una biologia aggressiva, possono beneficiare di un trattamento medico in prima battuta».

Un altro requisito riguarda il fatto che il carcinoma in situ non venga sottoposto a chirurgia eccessiva. Le dissezioni ascellari, quindi, eseguite solo e soltanto quando indicato. Ulteriori aspetti da considerare riguardano la correttezza nel tasso di chirurgia conservativa, oltre ai tassi adeguati di ricostruzione mammaria nelle mastectomie.

«Nelle ultime stesure di queste linee guida, sono stati introdotti anche i Delta T, cioè gli intervalli di tempo dalla chirurgia all’inizio della radioterapia o dalla chirurgia all’inizio della chemioterapia, o dalla prima mammografia all’atto chirurgico – afferma Ghilli -. Ecco una serie di monitoraggi anche sui tempi che garantiscano in qualche modo alle pazienti non solo di essere trattate in maniera adeguata come modo, ma anche come tempi».

La certificazione è un processo volontario. Viene fatta una verifica dei requisiti stabiliti da  EUSOMA da parte di commissari, normalmente provenienti dal resto d’Europa. «Noi qui a Pisa, l’abbiamo ottenuta nel 2020 e fino ad oggi abbiamo sempre rinnovato».

La centralità della paziente nelle Breast Units

La centralità della paziente è un principio fondamentale per le Breast Units. Il Dottor Ghilli evidenzia l’importanza di un percorso strutturato e personalizzato costantemente aggiornato in base alle più recenti evidenze scientifiche anche in termini di linee guida internazionali e nazionali. 

«Questo garantisce che la paziente sia sempre al centro dei nostri percorsi, ma ce lo dobbiamo ricordare anche tutti i giorni – spiega il dottore -. È un atteggiamento anche nostro, di tipo anche comunicativo, quello di mettere la paziente intorno. Ecco perché la presenza dello psico oncologo nei centri di senologia è essenziale».

Dentro ai percorsi di senologia, è fondamentale anche avere le associazioni di volontariato. Queste ultime, perlopiù di pazienti, ex pazienti, familiari dei pazienti o anche semplicemente gli amici di pazienti che portano avanti tutta una serie di attività fondamentali per la vita del centro e per la qualità di vita dei pazienti. «Pensiamo all’ambito dell’estetica oncologica, dell’attività fisica o di esperienze come il Dragon boat piuttosto che la camminata o un’assistenza di tipo legale per dire alle pazienti a che cosa hanno diritto. Per esempio dal punto di vista pensionistico, previdenziale in generale, dal punto di vista di assenze dal lavoro, quindi insomma, il ruolo delle associazioni è un ruolo centrale», conclude Ghilli.

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