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Chirurgia estetica: scegliere il giusto intervento e cosa aspettarsi
Nel panorama della chirurgia estetica, gli interventi al seno rappresentano una delle procedure più richieste a livello mondiale. Nello specifico, la mastopessi e la mastoplastica riduttiva risultano gli interventi più popolari tra le donne, rispondendo a esigenze differenti.
«La chirurgia mammaria in questo momento è al secondo posto al mondo tra gli interventi di chirurgia estetica e conta quasi 2 milioni di procedure ogni anno – racconta il dottor Matteo Murolo, chirurgo plastico, specialista in chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva presso gli ospedali del gruppo MultiMedica a Milano e in libera professione presso Clinica Forma e Juneco -. In Italia, la chirurgia estetica della mammella è al primo posto tra gli interventi estetici e conta circa 80.000 procedure. La metà delle quali riguardano la mastoplastica additiva. L’intervento di aumento del volume del seno continua a essere il più popolare, e, secondo le stime, avrà un incremento annuale del 5% nei prossimi anni».
La chirurgia di riduzione del seno ha fatto passi da gigante negli ultimi anni. Le tecniche attuali diventano sempre più efficienti e performanti. Tuttavia, indipendentemente dalla metodologia, ciò che interessa al paziente è soprattutto l’esito cicatriziale che ne deriva. «Le diverse tecniche differiscono sostanzialmente sul metodo che si utilizza per riportare il complesso areola capezzolo dalla posizione in cui è in quel momento alla posizione in cui dovrebbe essere. Ci sono quindi, tante tecniche che variano da un punto di vista del peduncolo: superiore, inferiore, mediale», spiega Murolo.
La chirurgia estetica in risposta a un’ esigenza funzionale
La scelta di sottoporsi a questi interventi risponde al raggiungimento non solo di un obiettivo estetico, ma anche uno di carattere funzionale. A seconda del peso che il seno ha, dipendono una serie di disagi fisici. Condizioni legate al rachide cervicale, al decubito delle spalline del reggiseno, piuttosto che da irritazioni continue dei solchi sottomammari dovute al sudore e che compromettono poi la qualità della vita di queste pazienti.
«La candidata ideale per un intervento di mastopessi è la paziente che presenta una ptosi mammaria. Quest’ultima è una condizione che può essere fisiologica, oppure anche dettata da diversi tipi di condizioni. Penso, ad esempio, alla gravidanza o alla perdita di peso veloce e repentino che causano una discesa del complesso areola capezzolo al di sotto del solco sottomammario», afferma il dottore.
Ci sono diversi gradi di ptosi: primo, secondo, terzo e quarto grado. «Esiste poi una condizione intermedia che si chiama pseudoptosi, caratterizzata dal fatto che il complesso areola capezzolo è sostanzialmente nel suo punto fisiologico. Tuttavia, si è sviluppato il polo inferiore della mammella, quindi scende oltre il solco sottomammario – continua Murolo -. È quindi chiaro che la tecnica utilizzata per correggere questo tipo di problema dipende molto dal grado della caduta delle mammelle». A seconda del grado di ptosi, viene scelta la tecnica di correzione più appropriata, che può variare dalla cicatrice periareolare fino a quelle più complesse.
Un’altra considerazione importante riguarda la possibilità di inserire una protesi mammaria durante la mastopessi. In questi casi, l’intervento combinato prende il nome “mastopessi con protesi”. Una soluzione adatta per coloro che desiderano sia sollevare il seno sia aumentarne il volume.
Avanzamenti della chirurgia mammaria
La chirurgia mammaria ha beneficiato di significativi avanzamenti sia nelle tecniche chirurgiche sia nei materiali utilizzati. Risultando, questi ultimi, più morbidi e più resistenti, garantiscono un aspetto e una sensazione più naturale con la possibilità di eseguire cicatrici microscopiche.
Un aspetto da considerare è la gestione delle aspettative di chi si vuole sottoporre a un intervento di chirurgia estetica. «Viviamo nell’epoca dei social e quindi i pazienti vengono bombardati da tutti questi bellissimi casi preposti, o no, che a volte rasentano la perfezione assoluta. La realtà non è questa», ricorda il dottore.
I richiedenti di queste procedure sono sempre più giovani, magari minorenni accompagnati dai genitori per sottoporsi al filler labbra o zigomi. Tuttavia, su questo argomento, il dottor Murolo esprime una chiara posizione: «Secondo quella che è la mia linea ad oggi, non ho piacere di trattare un paziente minorennce se non c’è un motivo per farlo. Questi interventi non sono cose che salvano la vita, per cui se la maggiore età è 18, a mio giudizio aspettano i 18 e poi possono fare quello che vogliono».
È importante sempre che il paziente sia consapevole di ciò a cui va incontro, considerando anche le conseguenze nel post operatorio. Per questo motivo, vengono fatti una serie di esami pre operatori, andando così a valutare lo stato di salute della persona interessata, affinché il tutto sia eseguito in sicurezza.