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Donne: bellezza senza confini

La dottoressa Chiara Stocco, chirurgo plastico che opera negli Emirati Arabi dopo essersi formata tra le Università di Padova e Trieste, racconta come il tutelare il benessere delle donne e quanto la chirurgia plastica possa migliorare la qualità di vita delle persone.

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«I canoni di bellezza e l’aspetto fisico sono soggetti a cambiamenti temporali e culturali».

La dottoressa Chiara Stocco, chirurgo plastico che opera negli Emirati Arabi dopo essersi formata tra le Università di Padova e Trieste, racconta come il tutelare il benessere delle donne e quanto la chirurgia plastica possa migliorare la qualità di vita delle persone.

Gli interventi più diffusi tra le donne

La dottoressa Chiara Stocco chirurgo plastico che opera negli Emirati Arabi dopo essersi formata tra le Università di Padova e Trieste,

«Nell’ambito della chirurgia oncologica, gli interventi dipendono dall’indicazione e dalla tipologia di tumore; – spiega la dottoressa – si spazia dal rimodellamento mammario dopo asportazione di quadrante, in caso di tumori piccoli, alla ricostruzione della mammella in toto a seguito di mastectomia». Possono essere effettuati anche altri tipi di intervento come il breast lift: «Questo intervento, noto anche come mastopessi, permette di ristabilire la pienezza del seno di una donna» continua il chirurgo. In questi casi, infatti, la mammella è ptosica, ovvero scesa e si è verificata una lieve riduzione del volume, ed è spesso la conseguenza dell’allattamento o della gravidanza. «Le pazienti si ritrovano in una situazione in cui la mammella è scesa e si è svuotata – spiega Stocco – ed è quindi necessario tornare a una condizione ottimale».

Tuttavia, questo intervento può riguardare anche donne che non hanno partorito o allattato, ma presentano un seno ptosico per fattore genetico: «Anche in questi casi è possibile correggerlo» precisa il chirurgo.

Prima di sottoporsi a un intervento è sempre necessario fare la prima visita con il chirurgo: «Il primo colloquio non dura meno di 30 o 45 minuti, e la paziente racconta di cosa sente il bisogno e cosa vorrebbe migliorare» continua il chirurgo. Nella seconda parte, invece, si valuta il quadro clinico e si fanno tutta una serie di considerazioni prima discutere con il paziente il percorso da intraprendere. «Ci sono risultati e interventi che si possono raggiungere – precisa la dottoressa – e altri che sono impossibili o irrealistici». In questi casi si spiega alla paziente che il risultato non sarebbe proporzionato al corpo, ma occorre anche indagare su ciò che spinge le donne a queste richieste. «È importante capire se la paziente ha una corretta considerazione del proprio corpo – motiva Stocco – perché in alcuni casi si può trattare di dismorfofobia, cioè pazienti che vedono difetti immensi e hanno aspettative non coerenti con il proprio corpo». In questo caso è necessario consigliare un percorso psicologico.

La chirurgia plastica tra le donne mediorientali

«Le richieste delle donne europee e quelle emiratine sono in linea» spiega Stocco. Le pazienti, infatti, si approcciano alla chirurgia plastica per un disagio che riscontrano nel loro corpo. «Ad esempio dopo le gravidanze l’addome presenta un eccesso di cute e grasso,–  riporta la dottoressa – o si può presentare la diastasi dei muscoli addominali». Ci sono altre pazienti che chiedono di ingrandire il seno, perché percepiscono una mancata proporzione con il resto del corpo.

«Cambia la fisicità – spiega Stocco – le donne emiratine hanno una corporatura più morbida con curve più pronunciate». La differenza è l’approccio nei confronti della chirurgia plastica: «Negli Emirati Arabi è più sdoganato, è qualcosa di cui non vergognarsi e da non tener nascosto perché si fa per migliorare la propria qualità di vita». Gli interventi, eccetto richieste non realizzabili trasversali a tutte le culture, consistono nell’esaltazione delle naturali caratteristiche fisiche, conclude la dottoressa: «Un’esaltazione delle proporzioni e dell’armonia fisica in generale».

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