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Chirurgia bariatrica: dal corpo alla mente

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«La mano di un buon chirurgo, in chirurgia bariatrica, non è ancora sostituibile».

Il dottor Rosario Ranno, direttore dell’Unità Operativa Complessa Grandi ustioni, Consigliere nazionale SICPRE (Società italiana di chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva), componente del Collegio Nazionale di Chirurgia plastica e chirurgo presso l’ospedale Cannizzaro di Catania, racconta quanto sia importante che il paziente comprenda a fondo tutte le implicazioni e le conseguenze dell’intervento di chirurgia post-bariatrica.

Chirurgia bariatrica: la terapia e l’intervento

Dottor Rosario Ranno, direttore dell’Unità Operativa Complessa Grandi ustioni, Consigliere nazionale SICPRE (Società italiana di chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva), componente del Collegio Nazionale di Chirurgia plastica e chirurgo presso l’ospedale Cannizzaro di Catania

«La chirurgia bariatrica non è chirurgia estetica» spiega Ranno. «L’aumento spropositato dei volumi di tessuto adiposo altera profondamente i rapporti tra le varie parti del corpo» continua il chirurgo. Per questo motivo le tecniche del ripristino dei volumi della chirurgia estetica non sono applicabili al 100% alla chirurgia post-bariatrica. «Le cicatrici nella post-bariatrica fanno parte del gioco» continua Ranno, e il paziente deve essere consapevole di tutti i rischi e delle complicanze legate all’intervento. Per questo motivo è necessario rivolgersi ai centri per l’obesità composti da psicologi, nutrizionisti, endocrinologi, obesologi e chirurghi generali. «L’obesità è una malattia grave che coinvolge tutti gli organi – spiega il chirurgo – dalla quale è quasi impossibile guarire ma si può tenere sotto controllo». Quando il paziente inizia il percorso presso il centro, è necessario capire quale terapia sia in grado di farlo rientrare nei volumi: «Si decide a priori quale sia il peso accettabile, collegato alla struttura fisica e allo stato di salute» precisa Ranno.

Successivamente si sceglie se continuare la terapia medica o se si può procedere con l’intervento chirurgico. «Ad esempio si possono effettuare operazioni di chirurgia generale come la Sleeve o il Mini Bypasscontinua il chirurgo – raggiunto il peso definito accettabile, e se il paziente ha raggiunto una maturità psicologica, si può rivolgere al chirurgo per integrare le aree particolarmente colpite». Si può agire sull’addome, seno, braccia e cosce e dove è possibile si fanno anche interventi di torsoplastica: «Gli interventi vanno fatti uno alla volta perché ognuno ha le proprie complicanze» continua il chirurgo.

Psicologia e chirurgia

Dopo l’operazione ci vogliono dai sei agli otto mesi per la stabilizzazione. «Il ripristino delle forme è un intervento complesso e non può essere ripetuto, – precisa Ranno – non c’è niente di preordinato, in questo modo si dà al paziente tutto ciò di cui ha bisogno» precisa il chirurgo.

Oltre all’operazione, i chirurghi si occupano anche dell’aspetto psicologico: «Dobbiamo capire se quello che ci viene richiesto è realmente la soluzione al problema». Durante tutto il percorso, infatti, il paziente viene seguito da uno psicologo anche per affrontare l’operazione chirurgica: «Quando vengono effettuati interventi di Sleeve o Mini Bypass – continua Ranno – i pazienti devono essere pronti ad affrontare tutti i sacrifici a essi collegati». Ad esempio, una buona parte dei pazienti obesi è anche diabetica: «è una disfunzione che il tessuto adiposo ha creato in quella persona, e nel momento in cui viene a ridursi l’obesità sparisce anche il diabete» spiega Ranno.

«La malattia dell’obesità è complessa e grave, e difficilmente si guarisce – spiega Ranno – si può, però, convivere bene e se si ha la forza, la capacità e la comprensione di quelli che sono i sacrifici che bisogna affrontare». Conclude il chirurgo: «Nessuno di noi si sogna di iniziare un percorso di ricostruzione post-bariatrica in un paziente che non ha ancora capito realmente tutte le conseguenze e le implicazioni».

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