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Pagaie rosa: lo sport è terapia

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«La nostra forza è poter percorre un cammino insieme dopo la malattia».

Le parole di Mariagrazia Punzo, presidente dell’Associazione Pagaie Rosa Dragon Boat ONLUS di Castel Gandolfo, mettono l’accento su quanto sia importante, per una donna che è stata operata di cancro al seno, pagaiare e fare attività sportiva per tornare a una nuova normalità.

Dallo sport del Dragon Boat all’associazione Pagaie Rosa

Mariagrazia Punzo, presidente dell’Associazione Pagaie Rosa Dragon Boat Onlus

«Anni fa i medici sostenevano che le donne operate al seno non dovessero fare nessun tipo di sforzo – precisa Punzo – per scongiurare l’insorgenza del linfedema». Questa convinzione è stata completamente ribaltata da un medico sportivo canadese, che ha identificato nel gesto della pagaiata dello sport Dragon Boat, una terapia utile alle donne operate di cancro al seno. 

«Nel movimento per far avanzare la barca – spiega la presidente dell’associazione – c’è un ciclo di carico e scarico che favorisce un drenaggio naturale». Oltre ai benefici fisici, inoltre, c’è una grossa carica emotiva che coinvolge le pagaiatrici: «Io dico sempre che siamo tutte sulle stessa barca – continua Punzo – e non è solo una metafora ma un luogo fisico». 

Infatti, tra queste donne si sviluppa una sorellanza che è più forte della fatica della terapia. «Il medico canadese lo ha capito e ha deciso di portare a gareggiare le pagatrici – continua Punzo – queste donne hanno iniziato a viaggiare e nel 2002 sono approdate in Italia».  In occasione del campionato mondiale di Dragon Boat a Roma la squadra di pagaiatrici canadesi ha conosciuto Orlanda Capelli, tamburina della nazionale italiana e donna operata di tumore al seno, che ha saputo cogliere questo importante messaggio di coraggio. «Lei ha iniziato a lavorare per far nascere in Italia un’organizzazione di questo tipo – spiega la presidente – ed è nata la prima squadra italiana di Dragon Boat: le Pink Butterfly e l’associazione Pagaie Rosa».

L’attività fisica non è solo aggregazione ma anche terapia

«Sulla base della nostra esperienza – spiega la presidente delle Pagaie Rosa – mostriamo come questo sport ci fa bene». C’è una grande attenzione al quadro clinico delle donne che aderiscono all’associazione perché alcune hanno metastasi ossee o sono in recidiva. «Anche quando si esce in barca con la testa piena di pensieri non positivi – spiega Punzo – sappiamo che riusciamo a raggiungere la riva grazie alle nostre compagne». Inoltre, il movimento della pagaiata è molto naturale e fa rilassare la mente: «dopo un po’ che stai all’aria aperta e ti confronti con l’acqua sembra quasi di meditare» continua la presidente.

«Adesso l’attività sportiva è consigliata dai medici – spiega Punzo – ma a me piacerebbe che il farmaco diventasse l’attività sportiva». Dovrebbe essere consigliata come se fosse una medicina specifica perché le donne devono essere indirizzate verso ciò che è meglio per loro. «Il nostro lavoro come associazione consiste anche nel collaborare con i medici e fare prevenzione – commenta la presidente – per aiutare con un’attività di consiglio».

L’associazione, inoltre, è impegnata in altre lotte sociali come l’istituzione della giornata nazionale del tumore metastatico. «Le nostre battaglie si dirigono nell’ottica del benessere della donna» precisa Punzo. Perché, spesso, le donne trascurano la propria salute e rimandano i controlli, e per questo motivo la prevenzione è fondamentale. 

Inoltre, lo sport del Dragon Boat può essere fatto a tutte le età perché si pagaia sempre insieme, ognuna secondo le proprie possibilità.

«Il concetto principale di ciò che facciamo – conclude Punzo – è che noi siamo il motore della barca. Sappiamo che nelle nostre braccia c’è forza che è la nostra linfa vitale e non conosce età».

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