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Professor Busetto: come aiutare i pazienti con obesità
«L’obesità è controllabile, è curabile, nel senso che noi abbiamo sempre più mezzi per aiutare i nostri pazienti a perdere peso e a mantenere il peso del tempo»
Luca Busetto, professore associato di Medicina Interna a Padova, presidente SIO (Società Italiana Obesità) e coordinatore della Obesity Management Task Force.
L’obesità è una patologia cronica molto complessa. Le persone che ne soffrono si sentono spesso stigmatizzate da una società condiscendente, addirittura brutale, senza sapere che è una condizione medica, psicologica e addirittura sociale.
Luca Busetto, professore associato di Medicina Interna a Padova nonché presidente della SIO (Società Italiana Obesità) e coordinatore della Obesity Management Task Force, si batte da anni a favore delle persone con obesità attraverso l’educazione sul tema e migliorando l’accesso alle cure.
Obesità, una patologia cronica difficile da tenere sotto controllo
Mentre alcune società scientifiche ancora si chiedono se chiamare l’obesità “condizione” o “patologia”, per Busetto la situazione è molto chiara. «L’obesità è una malattia complessa», afferma, «che soprattutto nei casi più gravi richiede un trattamento multidisciplinare. Deve comprendere un inquadramento di tipo medico, soprattutto per le complicanze; una educazione dal punto di vista nutrizionale; infine un’educazione all’attività fisica». La difficoltà nel trattare l’obesità e nel darle una definizione precisa risiede anche nella sua complessità.
Ma quali cause portano all’obesità, e perché è ora di sfatare i miti su questa patologia? «Nella maggior parte dei casi l’obesità “comune”, ha una base genetica, c’è una familiarità molto importante» inizia Busetto, spiegando anche che ci sono rarissimi casi in cui la condizione è puramente genetica. «Ma poi ci sono i fattori ambientali, spesso identificati solo con l’alimentazione o con l’eccesso di calorie, ma non è questo il caso» continua il professore. «Ci sono fattori ambientali come le alterazioni del sonno che facilitano l’insorgenza dell’obesità, farmaci che causano obesità, qualità di cibi che possono causare l’obesità o facilitare l’insorgenza di obesità. E poi si sta molto discutendo oggi anche del ruolo possibile degli inquinanti endocrini ambientali, cioè di sostanze che sono presenti nell’ambiente e che possono alterare il funzionamento dei nostri meccanismi di regolazione.»
Tutti questi fattori contribuiscono alla “epidemia di obesità” che la società sta affrontando. «Viviamo in un ambiente obesogenico, in cui c’è una continua disponibilità di cibo e riceviamo costanti pressioni che ci spingono a mangiare». In più, l’obesità è una malattia dalla quale non si guarisce solo stando a dieta, come si potrebbe banalmente pensare. «L’obesità è controllabile, è curabile, nel senso che noi abbiamo sempre più mezzi per aiutare i nostri pazienti a perdere peso e a mantenere il peso del tempo. Ma è comunque una malattia cronica, e quindi anche il trattamento, deve essere inteso sia dal medico che dal paziente, come un trattamento di lungo termine» insiste Busetto, specificando l’importanza di un programma a lungo termine per evitare recidive.
La speranza dei nuovi farmaci e delle moderne pratiche innovative
“L’obesità è la porta d’ingresso verso altre patologie” dice un detto della Comunità Europea. In effetti, la condizione causa una serie di altri problemi via via più gravi, portando il paziente a un effetto domino di patologie anche potenzialmente debilitanti. «Senz’altro porta alle malattie metaboliche come diabete tipo II, ipertensione, dislipidemie, un aumentato rischio di trombosi e conseguentemente poi tutte le malattie cardiovascolari come l’infarto. Ma l’obesità ha anche un aumentato rischio di malattie che sono più legate all’accumulo del tessuto adiposo e alla sua distribuzione, per esempio problemi respiratori e insufficienza respiratoria, e in più problemi meccanici e di fertilità e un aumentato rischio di cancro» osserva il professor Busetto.
Fortunatamente, la ricerca scientifica nel campo dell’obesità sta lavorando per offrire nuove soluzioni alle persone con obesità, come farmaci innovativi precedentemente utilizzati contro il diabete. «Abbiamo già dei farmaci con indicazione contro l’obesità, ma hanno un’efficacia moderata sul peso corporeo. Ci sono però delle nuove molecole che sono molto vicine alla messa in commercio anche in Italia e in Europa, che sono molto più promettenti» afferma Busetto. Secondo il professore, questi nuovi farmaci innovativi contro l’obesità saranno estremamente utili per trattare la patologia e tenerla sotto controllo. Il trattamento farmacologico sarà più opportuno per i pazienti che non hanno raggiunto i livelli più gravi di obesità; al contrario, la chirurgia bariatrica è già perfettamente attrezzata per risolvere i casi a stadi avanzati. «Penso che nei prossimi anni assisteremo a dei grandi cambiamenti nella terapia farmacologica dell’obesità» dice con ottimismo.
Ma nessun trattamento farmacologico può sostituire l’informazione sull’obesità. Parlare della malattia ed educare pazienti e famiglie aiuterebbe le persone che soffrono di questa patologia a superare gli stigmi. Inoltre, darebbe uno scossone alla comunità scientifica che non è ancora convinta al 100% di voler classificare l’obesità come malattia. Questo rallenta la ricerca, e soprattutto impedisce a chi ne soffre di accedere ai vantaggi del Sistema Sanitario Nazionale. «Il grosso problema sarà rendere i nuovi farmaci disponibili, perché ovviamente sono innovativi ma il costo è alto» puntualizza il professore.
Il ruolo della SIO e dei centri convenzionati contro l’obesità
«La SIO si occupa dell’obesità sul versante scientifico, educazionale, clinico e politico» racconta Busetto. La Società Italiana Obesità, fondata a Bologna nel 2000, ha da sempre lottato per una corretta informazione a riguardo di obesità e di chi ne soffre. Per facilitare l’accesso alle cure e garantire alle persone con obesità di essere seguite da professionisti seri e preparati, l’associazione ha stilato una mappa di centri convenzionati e una serie di standard da rispettare. «La continua sensazione di essere visti come degli individui in fondo inferiori o meno abili ha effetti molto importanti sulla personalità delle persone con obesità, sulla loro voglia di impegnarsi e paradossalmente riduce la loro voglia di accedere alle cure» spiega il dottore, spiegando l’importanza di sensibilizzare alla questione anche chi non soffre di obesità.
Busetto ci tiene anche a sottolineare che i centri convenzionati dalla SIO devono anche offrire sostegno psicologico ai pazienti, perché la patologia ha una forte connotazione mentale che non può essere ignorata. «“Dai, mangia un po’ di meno” oppure “ma sforzati a fare un po’ di attività fisica”: queste frasi sono magari anche dette con volontà positiva, come se bastasse spronare le persone con obesità per guarire, ma invece hanno spesso un effetto negativo, perché le persone con obesità sentono questa cosa, la vivono tutti i giorni, la vivono da quando erano bambini, se avevano l’obesità già da bambini» afferma, evidenziando il fardello psicologico che chi ha un fisico non conforme allo standard deve subire ogni giorno.
Busetto conclude ricordando che oltre a una comunità scientifica, la SIO vuole anche avere un peso politico per portare un cambiamento vero a chi soffre di obesità. «È un po’ strano che una molecola che abbiamo già in commercio sia a carico del Servizio Sanitario Nazionale se il paziente ha il diabete e sia a carico del paziente se soffre di obesità, no?» è la domanda retorica che pone il professore. Nonostante sia un discorso molto ampio, che esula dalla medicina prettamente scientifica, Busetto non demorde. «Se esistono delle terapie più efficaci, sicure, che migliorano lo stato di salute dei miei pazienti, farò di tutto come presidente della società italiana dell’obesità per aumentare la disponibilità di questi farmaci» conclude.